Cittadella 1220 - 2020
Cittadella 1220 - 2020
Cittadella nata per volontà del Comune di Padova nel 1220, è forse la più interessante, dal punto di vista tipologico e morfologico, tra le terre nuove o borghi franchi, sorti nel Italia settentrionale fra il XII e XIII secolo, sia per l'eccezionalità che per l'integrità delle sue mura. “Inceptum est castrum de Citadella” con il termine castrum il podestà Bernardo Baroni di San Miniato, narrano, viene ad indicare la cittadella fortificata, che ben presto avrà statuti propri ed autonomia di governo.
Marin Sanudo nel 1483 la descrive: “Castello bellissimo....tondo con bellissime muraglie”.
Con la sua forma quasi ellittica, scandita da torri e torresini in trentadue paramenti, divisa in quattro parti da assi ortogonali, è apparsa sin dalle origini più città, di nuova fondazione, che castello.
L' anniversario degli ottocento anni dalla fondazione della città murata (1220-2020) non è stato ricordato come meritava a causa del Covid-19. Infatti non è stato possibile realizzare la mostra dei restauri eseguiti in quasi vent'anni di lavoro e neppure il convegno previsto. In questo caso la mostra tendeva a valorizzare gli spazi espositivi recuperati lungo le mura, dove il camminamento di ronda, che è stato oggetto di un lungo restauro, è diventato il filo di Arianna di collegamento in quota di questi luoghi museali.
Anche oggi come allora una violenta pandemia si è abbattuta e ha causato molti morti.
Perché ricordare tutto questo? Forse per rammentare che le città sono state fondate per proteggere l'uomo. Scrive Shakespeare “non esiste mondo fuori dalle mura...”, il poeta fa dire queste parole a Romeo, costretto a lasciare Verona e la sua amata, ma le stesse esprimono anche l'eterna dicotomia esistente nell'uomo, la tensione tra dentro e fuori del limen.
La resilienza, il rito della fondazione sono i temi che vorrei trattare in questa lettera che dedico alla mia Cittadella.
La sua dimensione simbolica la possiamo percepire con un solo sguardo, ammirandola dall'alto, punto di vista privilegiato, da cui possiamo cogliere la particolare configurazione, stabilita nel momento stesso della sua fondazione.
Come altre città murate, borghi franchi o terre nuove del Veneto, è sorta al fine di controllare un territorio e allo stesso tempo di renderne sicura e distinta la civitas.
E' una configurazione che evoca il rito etrusco, che riprende i modelli delle città antica; lo schema di due assi che si intersecano rappresentava, per l'uomo medievale e ancor prima per quello romano, la possibilità di decifrare il significato del cosmo attraverso le istituzioni civiche.
Le mura possono essere state edificate a vista su un argine in terra dell'età del bronzo, di conformazione ellittica e poi coperte da un terrapieno rinascimentale.
Il progetto di restauro e la ri-Animazione della città murata si è sviluppato dal 1994 al 2013, in un momento di grande entusiasmo e fervore culturale, legato al recupero e valorizzazione delle città murate del Veneto.
Ho dedicato molto tempo a questo lavoro, che aveva uno scopo: salvare questa città dall'essere solo un rovina, memoria di un tempo perduto e restituirle il suo ruolo simbolico.
Oggi le auguro, alla fine di questo terribile 2020, che questi ottocento anni di vita e di resilienza diventino il simbolo di una speranza per l'umanità di un futuro libero da pandemie, ma anche dalle ingiustizie e dagli sprechi.
Che possa essere, come altri Beni Culturali del nostro meraviglioso paese, il punto di partenza per una rinascita culturale e economica, basata sulla sostenibilità ambientale e della salvaguardia del pianeta.
arch. Patrizia Valle